Quando tutti fanno Zig, tu fai Zag…Erano gli anni ’80 quando Levi’s lanciò sul mercato del Regno Unito, la sua linea di jeans neri. E lo fece al motto di “when the world’ zigs, zag“, ovvero “quando tutti fanno zig, tu fai zag“, slogan che vedeva una pecora nera rivolta verso destra tra un gregge di pecore bianche rivolte verso sinistra.
C’è da tener presente che, all’epoca, il denim era esclusivamente blu e, Levi’s, attraverso questa comunicazione, decise di rompere gli schemi, distinguendosi e catturando lo spirito ribelle di chi prediligeva il nero. Questa campagna adv, realizzata dall’agenzia britannica BBH ha una rilevanza che va ben oltre la moda, tanto che la stessa agenzia decise di adottare la pecora nera come logo aziendale.
Perchè differente invece che migliore
Puntare ad essere diversa piuttosto che la migliore. Vero. Tanto che qualche anno fa ho deciso di “adottare” la frase utilizzata dall’ adv di Levi’s, come immagine di copertina sul mio profilo Linkedin. Il fatto è che, di chi è arrivato prima di me, di esperti, di guru e “di super migliori” ce ne sono già molti sulla piazza, lungi da me, mettermi in competizione con loro…Solo al pensiero mi sento a disagio! Sarebbe uno spreco di energie e, sinceramente, non fa per me.
Ma questo, cari miei, l’ho capito solo con il lavoro di questi anni e sbattendoci la testa. Infatti, durante gli anni in azienda puntavo sempre ad essere la migliore e, nonostante il lavoro ed i continui sacrifici, capitava che gli altri mi passassero davanti…anche se erano meno bravi di me.
Io rimanevo lì, non capivo in alcun modo il perchè, mi logoravo (in silenzio) e la frustrazione…quella si che andava avanti aumentando!
Un bel giorno allora, mi sfogai con un’amica e, dopo averle raccontato il tutto, lei con aria del tutto placida mi chiese ” Vale, ma tutte queste cose che fai, le hai mai dette al tuo capo?”. La mia risposta potete ben immaginarla. Io davo per scontato che il mio superiore notasse il lavoro che svolgevo quotidianamente.
Ma non facevo un beato niente per farmi notare! Si potete dirlo, un vero genio del male!
Ho iniziato così a cambiare rotta, ponendomi l’obiettivo di essere differente piuttosto che migliore.
Questo vuol dire che ho iniziato a puntare sulla mia comunicazione e sul mio brand personale, condividendo fatti ed informazioni, mettendoci la faccia e, se capita, anche un sorriso. Oggi punto ad essere scelta da chi vede in me “La Soluzione” ad un suo specifico bisogno. Per il resto, è un continuo studio, perchè più so e meno so. Amo confrontarmi con chi ha più esperienza di me o lavora in settori completamente diversi, per trarne insegnamento ma anche vantaggio.
Come differenziarti: 5 regole
Lo so benissimo che lo hai appena pensato. Vuoi arrivare al succo dell’articolo e sapere come iniziare a distinguerti veramente. Provo a darti 5 piccoli spunti.
- Non puoi accontentare tutti. Eh già! Immagina di essere il proprietario di un locale. Una delle cose che dovresti subito imparare a fare è leggere i numeri delle tue vendite per capire esattamente cosa vogliono da te i tuoi clienti. Ad esempio, se nel tuo locale vendi caffè, cocktail, vino e birre, analizzare i dati delle vendite ti permetterà di capire come vieni percepito: come caffetteria, come bar di passaggio, come cocktail bar per un dopo cena, come enoteca o magari come birreria. Devi scegliere il tuo cliente ideale e far sì che, da te, stia meglio che in qualsiasi altro posto. Offri l’esperienza!
- Mantieni la promessa e crea senso di appartenenza. Solo mantenendo la tua promessa di valore, allora le persone inizieranno ad innamorarsi di te, a parlare bene di te, a segnalarti ai loro amici o colleghi, oltre a tornare da te per ciò che offri. Togli l’attenzione da te stesso e ponila su chi ti sceglie.
- Scegli un tuo personale metodo. Si, perché lì fuori ci sono tanti altri professionisti che fanno il tuo stesso lavoro. Come intendi differenziarti da loro? Identifica gli strumenti che usi nella tua quotidianità: nel corso degli anni di studio e di carriera hai sviluppato un tuo personale metodo che ha portato beneficio all’organizzazione in cui lavori o al tuo business?
- Individua cosa ti rende realmente felice. Domandati quali sono i tuoi reali interessi e qual è la tua mission. Cosa ti fa saltare giù dal letto alla mattina e ti rende soddisfatto del lavoro che fai? Hai risposto lo stipendio, vero? Si ok è importante, non viviamo di sola aria. Ma, sono sicura che c’è molto di più. Altrimenti non saresti arrivato fin qui a leggere.
- E se tutti fanno zig, tu fai zag. Si lo ripeto, è proprio questo il punto. Perché, se la maggior parte di chi ti circonda è impegnata ad andare nella stessa direzione, tu devi agire in maniera diversa. Individua i valori sui quali hai stabilito di puntare, comunica proprio quelli, senza distrarti trattando temi secondari. In base a ciò, scegli il tuo mezzo di comunicazione per dare voce a quello che sai realmente fare, in maniera diversa rispetto agli altri.
Gli effetti che aiutano a differenziarti
L’effetto Von Restorff
L’effetto von Restorff, descrive un particolare meccanismo del nostro cervello che induce a ricordare, maggiormente, elementi diversi dal solito: in pratica, in presenza di stimoli omogenei, lo stimolo che dovesse improvvisamente differire dagli altri ha una probabilità più alta di venire ricordato da chi li osserva.
E non solo! Infatti, più lo stimolo si distacca dall’ordinario, più ha possibilità di essere ricordato, rispetto all’accadimento di eventi banali e ripetitivi. Ad esempio, se immaginiamo una lunghissima fila di sedie di paglia, tutte uguali, la nostra attenzione cadrà molto probabilmente sull’unica sedia trasformata in vaso. Questo per sottolineare in maniera molto semplice che, l’effetto von Restorff, può essere usato a nostro vantaggio nella nostra vita quotidiana, anche e soprattutto quando parliamo di personal branding.
L’effetto Pratfall
In quest’ultima parte dell’articolo voglio tornare a parlarti della paura di sbagliare perché, anche se forse ti sembrerà strano, c’è una forte correlazione con il tema della differenziazione.
Hai mai sentito parlare dell’Effetto Pratfall?
Nella psicologia sociale, è un meccanismo psicologico secondo il quale l’attrattiva nei riguardi di un individuo che sta compiendo un errore può aumentare o diminuire in relazione al risultato globale della sua performance. Le persone che puntano alla perfezione e, tuttavia, commettono qualche errore risulteranno più “umane” agli occhi della loro rete suscitando anche simpatia. La stessa cosa non si verificherebbe quando a commettersi, sono errori all’interno di prestazioni di livello mediocre.
L’Effetto Pratfall venne descritto da Elliot Aronson, a metà degli anni ’60, durante un esperimento condotto presso l’Università del Minnesota. Un gruppo di studenti vennero reclutati per ascoltare la registrazione di presunti concorrenti del College Bowl (in realtà si trattava di attori). Metà di loro vantavano curriculum strabilianti e rispondevano correttamente anche alle domande più difficili. Gli altri presunti concorrenti invece, avevano curriculum e prestazioni piuttosto bassi. A fine dell’intervista, alcuni candidati di entrambi i gruppi commisero una gaffe clamorosa e, nella registrazione audio, si sentì qualcuno rovesciare una tazzina di caffè.
Dopo aver ascoltato l’intera registrazione, gli studenti riferirono quanto gli fossero risultati simpatici i concorrenti. Gli psicologi poterono notare che quando il concorrente meritevole sbagliava, la sua simpatia aumentava. Mentre questo effetto non era assolutamente evidente sugli errori commessi dai candidati mediocri.
Empatia nell’errore
Esperimenti a parte, commettere un errore e non essere perfetti ci rende diversi e soprattutto più umani. La perfezione non fa altro che aumentare le distanze. Sbagliare, quindi, non solo è ammissibile, ma può addirittura giocare a nostro favore attirando l’empatia di chi ci è intorno.
Accettiamo il fallimento, sdrammatizziamolo, e facciamone tesoro per distinguerci e raggiungere risultati straordinari!