Passiamo buona parte della nostra vita in ambito lavorativo. Informazione non trascurabile se pensiamo quanto questo aspetto, impatti sia nella gestione del tempo che nella corsa verso la nostra realizzazione personale. Per questo sono fermamente convinta, anche osservando le esperienze personali, che qualsiasi professione svolgiamo debba rispettare noi stessi ed i nostri valori ma debba anche evolvere assieme a noi.
Come si è evoluto in questi anni l’idea di carriera, sempre meno lineare. Pertanto è normale sentire il bisogno di voler mettere in discussione tutto, di voler cambiare, di seguire nuovi progetti e di reinventarsi. Ma reinventarsi esige coraggio ed una certa disciplina nel creare quel fil rouge logico tra ciò che si è fatto e ciò che abbiamo intenzione di realizzare, offrire ed innovare.
Certo, le motivazioni in grado di spingere una persona a rivoluzionare il proprio percorso lavorativo possono essere le più svariate. Può accadere che non siamo nemmeno noi a deciderle. Ma una cosa è certa. Viviamo nell’era in cui la disruptive innovation irrompe senza chiedere il nostro permesso. Nuove tecnologie, scenari competitivi che cambiano rapidamente, l’intelligenza artificiale che fa tanto discutere e tutte quelle innovazioni in grado rivoluzionare il funzionamento di un mercato o di un intero settore.
Ruoli e professioni che si cancellano, nascono, cambiano. E poi c’è quel naturale processo di volersi mettere alla prova con nuove responsabilità ed una nuova veste…magari da libero professionista.
Come affrontare tutto questo? La mia visione è che occorre una forte motivazione interna per poter cambiare. La vera domanda da farsi non è “come faccio a cambiare lavoro?” ma “Sono davvero così pronto a mettermi in dicussione per dare il meglio di me e comunicare il mio valore?”
Fortunatamente esiste già uno strumento che aiuta a mettersi in discussione mettendo al centro il valore personale.
Indovina? Si chiama PERSONAL BRANDING.