Quando vendi illusioni, prima o poi qualcuno si sveglia.
Ho uno strano rapporto con la pubblicità. Un allegro alternarsi di amore ed odio. Certo, trovo sempre geniale il “Think Small” di Volkswagen. Ed apprezzo la capacità di Sea Shepherd di rompere gli schemi con la creatività, per parlare di salvaguardia degli oceani.
Ma in linea generale, fatta eccezione per rarissimi casi, la pubblicità contemporanea non mi piace.
Te lo racconto perché quello che vedo oggi sui social somiglia sempre di più a quel tipo di pubblicità che non sopporto: quella che promette tutto e il contrario di tutto, senza avere la sostanza per mantenerlo:
- In 30 giorni trasformo il tuo business
- Il metodo segreto per catturare i clienti
- Da zero a 100k followers con questo trucco
Scorri il web, o qualsiasi piattaforma social, e ti ritrovi sotto un bombardamento di promesse miracolose che farebbero impallidire anche il più sfacciato venditore di pentole (che però, negli anni ’90, sapeva il fatto suo).
Creare contenuti oggi è piuttosto facile: da Canva a CapCut, passando per l’AI, abbiamo a disposizione strumenti che offrono template accattivanti e soluzioni per scrivere ganci efficaci, fino a ottenere un risultato con quell’allure professionale, autoriale e credibile.
Ora, non me ne voglia chi si occupa di content creation, ma è innegabile che, oltre ad aver democratizzato la comunicazione, si sia democratizzata anche la fuffa.
Cosa succede quando prometti sogni che non puoi realizzare
- Il cliente si aspetta miracoli che tu non puoi compiere
- I risultati deludono rispetto alle aspettative
- La tua credibilità crolla più velocemente di quanto sia cresciuta
- Il passaparola può diventare negativo e precederti ovunque
Non è sostenibile e tantomeno non è etico. E francamente, non è nemmeno intelligente.
Come costruire una strategia di comunicazione onesta
L’alternativa esiste, ed è quella che sostengo da sempre: una comunicazione guidata dal buon senso, come leva di posizionamento. Significa essere onesti, prima di tutto con noi stessi, nel riconoscere i propri limiti, ed essere straordinari in ciò che sappiamo fare davvero.
Un paio di esempi, diversi tra loro ma perfettamente allineati nella promessa di valore:
Simon Sinek non ti promette di rivoluzionare la tua leadership in un webinar. Ti offre un framework solido, il Golden Circle, costruito su anni di ricerca e applicazione pratica.
Valentino Rossi, con la sua Academy, non ti promette di diventare campione del mondo in una stagione, ma di creare le condizioni ideali per esprimere al massimo il tuo potenziale: sportivo, professionale e umano
Se comunichi in modo professionale, hai la responsabilità di essere all’altezza di ciò che prometti. Di avere la certezza di possedere davvero le competenze necessarie, e di poter contare su risultati concreti a supporto delle tue affermazioni. Ma soprattutto, di saper valutare con onestà se stai generando aspettative realistiche o alimentando illusioni.
La prossima volta che scrivi un post, una bio, una presentazione, o registri un video, prova a sostituire ogni superlativo con un dato, ogni promessa con un esempio verificabile, ogni “segreto miracoloso” con un processo chiaro.
Non sarà forse “wow”, ma sarà tuo, sarà credibile e ti farà dormire sogni sereni.
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