Nel mio lavoro collaboro con persone abituate ad eccellere nel proprio settore che tendono ad aspettarsi risultati rapidi quando si avvicinano al Personal Branding. La stessa aspettativa li conduce ad un errore di valutazione: credere che l’autorevolezza si costruisca rapidamente.
La verità è che i risultati realmente significativi non arrivano nell’immediato, a maggior ragione quando non conosci le leve che smuovono emozioni e algoritmi.
Ma cos’è davvero l’autorevolezza?
La parola deriva dal latino auctoritas, legata al verbo augere, che significa “aumentare” o “far crescere”. Questo termine porta con sé l’idea di una crescita che avviene nel tempo, alimentata dalla coerenza, dall’esperienza e dalla capacità che un individuo ha di ispirare gli altri. L’autorevolezza, dunque, non si impone, ma si guadagna con il tempo attraverso le azioni e il valore percepito da chi ci osserva e ci ascolta.
Ciò nonostante ecco che quando i primi segnali di successo iniziano a manifestarsi – aumento della visibilità, miglioramento dell’interazione con il pubblico – abbassiamo la guardia, allentando le attività di comunicazione e non dando la giusta attenzione alle relazioni.
Perché l’autorevolezza è importante
Siamo fagocitati dalla produttività e dall’assurda pretesa di andare sempre e comunque veloci, per non parlare del continuo bombardamento di stimoli a cui siamo sottoposti. In questo panorama accelerato che fa agire le persone non più per addizione ma per sottrazione quando hanno a che fare con le informazioni, essere autorevoli significa emergere e far si che le persone cerchino attivamente il nostro contributo.
Quanto tempo serve per affermarla
Nietzsch affermava che “i più grandi poeti non hanno disdegnato di prendere il tempo per aspettare a motivo del loro poetare”. Questo principio non è solo poetico, ma profondamente pratico: richiede tempo per costruire qualcosa di autentico e duraturo.
Lo stesso vale nell’ambito del personal branding – strategia utile per affermare la propria autorevolezza professionale – dove il percorso non è mai lineare né immediato: è fatto di piccoli passi, di scelte ponderate e di azioni coerenti che, sommate nel tempo, producono risultati duraturi.
La difficoltà quindi sta proprio nel tollerare l’attesa, fenomeno che trova la sua manifestazione più ovvia nell’interruzione degli sforzi compiuti una volta raggiunti i primi consensi. Ahimè, la fiducia non si nutre di slanci isolati, ha bisogno del tempo necessario, di attenzione e di una bella dose di umiltà.
Come acquisire autorevolezza
Non aspettarti che la tua autorevolezza derivi dalla semplice presenza, bensì dalla fiducia che riuscirai a diffondere. La sua costruzione si muove su due binari: da un lato ci sei tu con la tua comunicazione, dall’altro il destinatario del tuo messaggio ovvero il pubblico che reagisce a seconda della qualità ciò che comunichi. Ecco alcuni spunti da cui potresti partire:
- Cura in modo autentico le relazioni. Costruisci relazioni solide attraverso interazioni genuine e coltiva rapporti basati sulla fiducia reciproca.
- Ascolta gli altri. Essere autorevoli significa anche saper ascoltare, comprendere sinceramente i bisogni altrui e rispondere con empatia e competenza.
- Non smettere di formarti. Quando padroneggi bene un determinato ambito ti senti più sicuro e le persone tenderanno a fidarsi di te in modo naturale.
- Sii coerente. Le tue azioni devono sempre essere rispecchiare le parole che dici.
- Il tuo valore nei contenuti. Ogni contenuto che produci deve essere in linea con i tuoi valori e offrire un reale beneficio al tuo pubblico.
Se ti fermi alla prima vittoria, rischi di perdere opportunità ancora più grandi: l’autorevolezza non deriva dalla sola presenza, ma dalla fiducia che riuscirai a diffondere. E in questo sono in pochissimi a eccellere.
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Sono Valentina Gherardi e mi occupo di Strategia Personal Branding: metto in luce la tua identità professionale, definisco messaggio, strategia, e percorso operarivo per farti acquisire autorevolezza e giusto posizionamento nel tuo settore. Se vuoi entrare in contatto con me, scrivimi quì!