Questo articolo nasce da un mea culpa nei confronti del mio brand, per non averlo protetto fin da subito. Spero che leggendo le prossime righe ti sarò d’aiuto, evitandoti il rischio che ho corso io.
La mia esperienza
Siamo nell’era in cui un prodotto, un servizio, un pay off, un naming, un logo e tutto quello che viene diffuso online è a disposizione di migliaia di persone e quindi, anche passibile di copia. Eppure la buona fede o il pensiero “ma tanto, chi mi copierà mai” sono capaci di giocare brutti scherzi, facendoci sottovalutare situazioni che potrebbero compromettere il lavoro di mesi, se non di anni.
Il mio, di brutto scherzo, si è presentato all’inizio dell’estate appena passata. Dopo una strana telefonata con una “collega” sono andata a visitare il suo sito. Era davvero tanto che non lo guardavo e…Che cxxyyxxhhagsgsgxo è ‘sta roba?
Avrai intuito la rosea esclamazione, ma andiamo avanti.
Il sito non era più come ricordavo. Iniziando dal naming, passando per il benvenuto della home ed arrivando al colore. Ah, anche il corso di formazione. Tutto troppo simile. Alla faccia del rebranding.
Non starò a dilungarmi su tutto il resto ma te lo devo dire; la delusione è stata davvero tanta, sia a livello professionale che umano, soprattutto. Sono stata male diversi giorni, volevo chiamarla, scriverle. Ma poi, per dirle cosa? In fondo la colpa era solo mia. Dico in continuazione ai miei clienti di tutelare i loro lavori e le proprie idee e poi faccio l’esatto opposto. Quindi basta lamentarsi. Diamoci una mossa.
E così ho fatto. Ho chiamato lo specialista: Alessandro Vercellotti – L’Avvocato del Digitale®.
Nel giro di una settimana Alessandro, insieme al suo team, era già all’opera con tutte le verifiche e le pratiche del caso, e l’invio della richiesta di registrazione del mio brand. Oggi La Consulente del Personal Branding™ è a tutti gli effetti un marchio depositato, lo riconosci per la sigla TM, ed entro pochi mesi otterrà l’effettiva registrazione e l’ottenimento del simbolo®.
A me in fondo è andata bene ma, per evitare che anche tu corra il mio stesso rischio o anche peggio, ho chiesto all’Avvocato del Digitale più famoso d’Italia, di collaborare alla scrittura di questo articolo.
Qui sotto troverai le risposte alle domande che spesso affliggono noi professionisti e tutti coloro che possiedono un marchio ma che ancora non sanno se registrarlo o meno.
Perché è importante registrare il tuo marchio
È molto importante registrare il marchio del tuo brand personale o dei tuoi prodotti o servizi a qualsiasi livello (nazionale, europeo o internazionale) in quanto questo consente di identificare te, la tua azienda e ciò che vendi. Comunica ai clienti chi sei, cosa fai e cosa offri. Inoltre, ti permette di essere ufficialmente riconosciuto ovunque tu abbia registrato il tuo marchio e, allo stesso tempo, protetto da altri che potrebbero copiare il tuo segno distintivo.
Un marchio, infatti, è una caratteristica peculiare che consente alle persone di identificare il tuo brand (prodotto o servizio che sia) e, allo stesso tempo, distinguerlo da quello dei concorrenti. Il proprietario di un marchio ha il diritto di impedire a terzi di utilizzare lo stesso segno (o uno simile) nel corso degli scambi per gli stessi prodotti e/o servizi per i quali è registrato.
Registrare un marchio, quindi, conferisce al titolare il diritto di utilizzarlo in esclusiva e la serenità di proteggere ciò su cui ha investito tempo, fatica e soldi. I possessori di prodotti affini potrebbero voler sfruttare il marchio registrato: per questo motivo è fondamentale presentare all’avvocato esperto, le caratteristiche specifiche del marchio che si vuole tutelare e come deve essere utilizzato, al fine di rendere la sua individualizzazione migliore, proteggendo così il prodotto quando sarà immesso sul mercato.
Chi può farlo
Il marchio può essere registrato da persone fisiche o giuridiche, tra cui istituzioni, autorità ed organismi accreditati a garantire l’origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o servizi. La domanda di registrazione di marchio può essere presentata dall’interessato oppure da un rappresentante che è stato abilitato a farlo.
Quali sono i passi principali per la registrazione
La procedura per registrare un marchio in Italia prevede 3 fasi:
- Creazione del marchio o logo
- Analisi di fattibilità
- Inoltro della domanda alla Camera di Commercio o all’UIBM
La prima fase è l’analisi di fattibilità: consente di evitare il rischio di non ottenere la registrazione del marchio, essere accusati di contraffazione o concorrenza sleale. Quando ci si trova ancora nella fase di ideazione, è fondamentale rivolgersi al proprio legale di fiducia e farsi seguire per verificare se il marchio scelto può essere realizzato, sia per i requisiti necessari per registrarlo, sia per il rischio di creare un marchio simile ad uno già utilizzato da altri, in classi merceologiche uguali o simili.
Ecco i dati necessari per depositare il tuo marchio:
- nome completo
- forma legale (nel caso di una società)
- nazionalità
- paese di registrazione (nel caso di una società)
- informazioni di contatto (e-mail, telefono, fax) del richiedente
- riproduzione e descrizione dettagliata del marchio
- il tipo di marchio (figurativo, descrittivo, misto ecc.)
- le classi per le quali si desidera registrarsi in base alla classificazione di Nizza e altre informazioni simili
Una volta presentata la richiesta, il marchio viene elaborato da UIBM per verificare che soddisfi i requisiti e possa effettivamente essere registrato. UIBM effettua un esame formale (verifica che la richiesta di registrazione del marchio contenga le informazioni obbligatorie e di base richieste e controlla eventuali errori).
Poi viene condotto un esame tecnico e la richiesta di registrazione viene pubblicata nel Bollettino. Successivamente si apre un periodo di opposizione: prima della pubblicazione, qualsiasi parte interessata può inviare osservazioni attraverso le quali esprime i motivi per cui il marchio non dovrebbe essere registrato. Dopo la pubblicazione, le parti interessate possono presentare un’opposizione alla richiesta entro tre mesi dalla pubblicazione.
Infine, una volta che i due periodi sopra citati si sono conclusi positivamente, il marchio sarà finalmente registrato e UIBM emetterà un certificato di registrazione. Nel caso di una decisione finale negativa, è possibile presentare un ricorso dinanzi alla Commissione di ricorso.
Quanto dura la registrazione
La registrazione di un marchio è valida per 10 anni. Il termine è retroattivo, il che significa che, una volta approvata la richiesta, la data sarà quella in cui è stata depositata la domanda. Al termine dei 10 anni, è possibile rinnovare la registrazione.
A quanto ammonta la spesa
La registrazione del marchio presenta dei costi fissi e i costi delle classi merceologiche: più classi scegli, maggiore è il prezzo. I costi dipendono dall’ambito territoriale che vuoi ricoprire con la registrazione: per questo motivo, bisogna considerare sia il costo di registrazione, sia le tasse di ogni singolo Paese in cui registri il marchio. Ad esempio, considerando la sola tassa di registrazione per una classe merceologica, ad oggi i costi sono questi sotto elencati.
Costi Italia
- 101 Euro: tassa di registrazione marchio per una sola categoria di prodotti o servizi
- 34 Euro: tassa di supplemento per ogni classe aggiuntiva
- 34 Euro: tassa di concessione governativa
Più il bollo che cambia a seconda che la domanda sia presentata online o in forma cartacea.
Costi Europa
- 850 Euro: tassa registrazione marchio europeo per una sola categoria di prodotti o servizi
- 50 Euro: seconda tassa
- 150 Euro: tassa di supplemento per ogni classe aggiuntiva
Costi Internazionale
- è più complesso fare una stima, ogni caso è a se.
Infine c’è il compenso per l’attività svolta dall’avvocato.
Conclusione
Quello che mi sento di dirti al termine di questo articolo è che non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando del nostro brand, quello che conferisce identità a noi e al nostro business. Affidarci preventivamente a dei professionisti per tutelarlo è un investimento che dobbiamo fare per evitare spiacevoli sorprese.
La macchina del tempo per tornare mesi addietro non ce l’ho, ma spero che condividendo la mia esperienza e le indicazioni di Alessandro Vercellotti, ti eviterò di commettere il mio stesso errore.