In un’epoca in cui se dici telefonata invece di call vieni vista come un alieno, la parola semplice potrebbe essere fraintesa. Io invece ne sono orgogliosa e, pur comprendendo la contemporaneità di alcuni termini, cerco di perseguire questa direzione così, quando ricevo messaggi come questo qui sotto, ho la conferma di andare nel verso giusto:
“Vale mi piaci perché sei semplice e quando spieghi le cose ti capisco al volo”.
La mia semplicità mi consente di essere immediata e comprensibile, sia durante i corsi di formazione che durante le consulenze, indipendentemente dal fatto che mi relazioni con addetti ai lavori o professionisti di campi completamente diversi dal mio. Questo è ciò in cui credo e che ritengo essere importante.
Quanto conta la semplicità nella comunicazione?
La comunicazione per me è come un piatto di spaghetti al pomodoro e basilico: per essere indimenticabile ha bisogno di ingredienti tanto semplici quanto di qualità.
Perciò non nascondetevi dietro i paroloni, e non lasciate che le persone con cui lavorate facciano i sofisticati utilizzando parole incomprensibili. Piuttosto riappropriatevi della preziosità del congiuntivo, abbandonate gli inglesismi e non abbiate paura di chiedere a coloro con cui vi relazionate di spiegarsi con termini più semplici.
I paroloni sono solo autogratificanti. Trasmettono il senso dei libri che abbiamo letto o rimandano agli insegnanti da cui abbiamo appreso, ma non trasmettono il senso ed il cuore di ciò di cui stai parlando.
Come racconta Jack Trout nel suo libro The Power of Simplicity la complessità nella comunicazione come nella consulenza o nella strategia, non è da ammirare. È da evitare. Ed è facile capire perché.
La complessità fa sembrare tutti più intelligenti. Se qualcuno presenta una teoria e noi non la capiamo, presumiamo che sia perché non siamo istruiti abbastanza o intelligenti come quella persona. Ma questo non è vero.
I più grandi pensatori si sono sempre sforzati di rendere le loro idee comprensibili. Einstein, ad esempio, ha lavorato con persone completamente diverse tra loro per rendere la sua teoria della relatività abbastanza chiara da essere compresa anche dai profani.
Facciamo un esempio partendo da una parola: albero
Prendi la parola albero. Bene. Sappiamo entrambi che ogni albero è diverso. Ci sono migliaia di essenze al mondo ed ognuna di queste ha un diverso colore e numero di foglie. Ma c’è di più. Come entità vivente, l’albero si evolve e cambia aspetto in base alle stagioni e alla fase della sua vita.
Ora immagina la sfida nello spiegare un albero a qualcuno senza ridurre il concetto ad una semplice parola.
Anche noi come individui siamo pieni di informazioni. Chi avrà la pazienza di ascoltare i dettagli di uno specifico albero? E di una persona?
Ecco allora che alle volte, per comunicare in maniera efficace, abbiamo bisogno di ridurre le idee complesse alla loro essenza, in modo che possano essere condivise e ricevute dagli altri.
Come facciamo a sapere se una comunicazione è semplice?
Dobbiamo navigare attraverso gli ostacoli dell’ego e sforzarci attivamente per raggiungere la chiarezza che desideriamo. Ad esempio, quando ci piace talmente tanto ciò che abbiamo scritto, l’ego può impedirci di cambiare il testo o accettare modifiche da altri. E, se consideriamo tutte le possibili variabili nella scelta delle parole e del significato, il lavoro richiesto per trovare la comunicazione più semplice può sembrare schiacciante, portandoci a scendere a compromessi, prendere scorciatoie o addirittura rinunciare.
Non c’è bisogno che ti dica che quando abbiamo a che fare con il linguaggio, non sempre vinciamo. Però allo stesso tempo posso dirti come puoi capire se la tua comunicazione è semplice, chiara e comprensibile.
Porta alla mente le diverse sensazioni che hai dopo che hai scritto qualcosa di buono. Poi pensa alla tua reazione quando è vero il contrario. Questo è ciò su cui dobbiamo sintonizzarci per essere migliori comunicatori.
Prendendo il tempo per capire il modo in cui il nostro cervello lavora per elaborare le informazioni, il rumore e la complessità che ostacolano la semplicità essenziale per la comunicazione, avremo nuove lenti per vedere il nostro lavoro. E, cosa più importante, le opportunità per migliorarlo.
Semplificando le nostre informazioni, saremo più bravi nel comunicarle e condividerle.
“La semplicità non è una cosa semplice”
Charlie Chaplin
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