La nostra società sembra abbia deciso che il pudore sia diventato fuori moda. L’intimità si confonde con l’apparenza, e ciò che un tempo era riservato ormai è merce di scambio: qualcosa da offrire al pubblico in un’esposizione senza limiti di sé, del proprio corpo, del proprio spirito.
Ma se tutto è rivelato, cosa resta da scoprire?
Il desiderio di mostrarsi, di rendere pubblica ogni sfumatura della propria immagine, sembra aver eroso anche l’ultimo baluardo di riservatezza, mentre il pudore è relegato a fastidioso intralcio sulla via della visibilità.
Cos’è il pudore
Cosa accadrebbe se scegliessimo di vedere il pudore come una forma di resistenza, un’arma contro il potere omologante che ci vuole esposti e senza difese? Recuperare questo senso di riservatezza, quello autentico, non moralistico né conformista, potrebbe essere una scelta di libertà, un modo per proteggere quella parte di noi che non è fatta per gli occhi di tutti. Potrebbe essere un gesto controcorrente, un atto per difendere l’individualità e l’intimità dagli sguardi che cercano di ridurci a semplici immagini.
“Il pudore è il sentimento che protegge la bellezza intima dell’anima.” — Jean Paul Sartre, filosofo e scrittore francese.
Oggi il paradosso è che ci vergogniamo di provare vergogna, mentre l’assenza di pudore è diventata quasi una norma. Ci esponiamo senza riserve, ma in realtà rischiamo di diventare inconsapevoli prigionieri di un modello che ci impone cosa mostrare e come comportarci. È facile interiorizzare queste pressioni sociali senza accorgersene, perdendo poco alla volta la capacità di scegliere cosa mantenere privato e cosa condividere.
Coltivare questo senso di discrezione significa riappropriarsi di questa scelta. Significa tracciare confini, riconoscere la giusta misura e non confondere l’autenticità con l’eccesso di trasparenza. A volte, ci ritroviamo persino a provare vergogna per chi sembra indifferente a ogni limite, per chi non percepisce la propria esposizione come una rinuncia a qualcosa di prezioso.
Credo sia tempo di recuperare questo valore come un atto di rispetto verso noi stessi e verso gli altri. Una difesa della nostra unicità in un mondo dove tutto sembra uniformarsi, dove la vera ribellione potrebbe essere semplicemente non rivelare tutto.
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