Visual Hammer: non è solo logo

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visual hammer per la tua identità visiva
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È proprio così, il visual hammer non è solo il logo di un brand ed ora, ti spiego il perchè. Quando ho iniziato a scrivere questo articolo non sapevo ancora bene che piega avrebbe preso. Ragionavo su come avrei voluto il mio sito, i font, la sezione dedicata al blog, ma anche su quello che doveva diventare il Mio colore.

Forse ti starai chiedendo se la mia scelta sia stata casuale? No di certo. Ero nel pieno della definizione della mia identità visiva.

È avvenuta a Marzo 2020, in un momento difficile per tutti noi e di forte stress per via della pandemia che aveva da poco iniziato a colpire il nostro Paese. Da meno di un anno avevo lasciato il mio lavoro in azienda e da meno di 2 mesi avevo aperto la mia partita Iva. La paura di vanificare gli sforzi dell’ultimo periodo era decisamente presente.

Sono certa che sia stato proprio questo periodo di crisi a farmi ragionare su cosa effettivamente volessi comunicare, attraverso il mio Marchio Personale, alle persone con cui sarei entrata in contatto.

La scelta

È stata probabilmente la parte più delicata di tutto il lavoro. Volevo che il colore scelto, fosse in grado di emanare positività e rispecchiasse l’energia che metto nel mio lavoro. L’entusiasmo che cerco di trasmettere ogni volta che parlo con una personaamico o cliente che sia. Ed ecco che la scelta è ricaduta sul Pantone Honeysuckle, ovvero il color Caprifoglio.

Ho iniziato così ad usarlo pian piano nei miei articoli, sulla carta intestata, sulla copertina LinkedIn, nella firma della mail ed oggi anche sul mio sito! Ogni giorno ho imparato a sentirlo sempre più mio e voglio che nel tempo assuma quel ruolo di tratto distintivo in grado di dare forza ed identità al mio Personal Brand.

Il Visual Hammer

Il colore

Il colore è quello che si chiama Visual Hammer o martello visivo, ahimè questa è la sua poco seducente traduzione. Non l’ho inventato io bensì Laura Ries, autrice del omonimo libro, che puoi trovare qui, e figlia “d’arte” di colui che introdusse il concetto di posizionamento all’interno del marketing: Al Ries. Ora prova ad immaginare una parete, un chiodo e un martello. Ora prendi il chiodo, posizionalo su quella parete e inizia a martellarlo più che puoi e con costanza.

A parte la piacevole sensazione che potresti provare, sappi che quel chiodo, quell’elemento lì, è un colore ma può essere anche un simbolo o una frase.

L’azione da compiere però è sempre la stessa: fissare quell’elemento visivo nella tua mente e soprattutto in quella dei tuoi clienti.

La frase

Anche la frase, se ben congeniata, è in grado di renderci riconoscibili. Può essere legata a un tuo valore o ad una tua caratteristica che vuoi trasmettere al tuo pubblico.

Anche qui tiro in ballo me stessa. Sull’immagine di copertina del mio profilo linkedin c’è una frase: Se il mondo fa zig, tu fai zag.

Ed ora leggi questo:“Alcuni anni fa sono stato in Francia con la famiglia. Ricordo che, viaggiando in autostrada, eravamo rimasti incantati nel vedere le centinaia di mucche che pascolavano nella campagna dolcemente ondulata, in uno scenario che pareva uscito da un libro di fiabe. […] Dopo una ventina di minuti iniziammo tuttavia a ignorare le mucche. Quelle che ci si paravano davanti erano uguali a quelle che avevamo appena visto, e ciò che inizialmente ci aveva stupiti ormai era diventato del tutto normale, anzi, peggio ancora, banale. […] Una Mucca Viola. Quella si che susciterebbe interesse (almeno per un po’).”

Il paragrafo è tratto dalle prime pagine del libro La mucca viola – Seth Godin. Le mucche seppur bellissime, sono tutte uguali e più o meno tutte marroni. Qualcuna con una bella campana al collo, un’altra con una macchia più piccola o più grande. Ma alla fine rimangono sempre e solo tantissime mucche marroni. Ecco, la frase della mia copertina linkedin racchiude un po’ questo. Restare fermi o andare nella direzione di dove vanno tutti non ti aiuterà ad uscire dal tuo guscio, ma ti condurrà, più o meno velocemente, verso il declino. Rischiare, cambiare, sbagliare, differenziarsi ed insistere ti permetterà di arrivare al successo che meriti.

L’immagine

Sì proprio l’immagine. Rimaniamo sempre su Linkedin e pensiamo alla foto del tuo profilo. Deve essere riconoscibile ed in grado di rappresentare il tuo posizionamento, creando una connessione emozionale tra il tuo brand e la mente del tuo pubblico. Foto al mare, mentre fai baldoria ad una festa, il primo piano del tuo criceto, ecco tutto questo va evitato. La tua foto è un segno distintivo che, se coerente con ciò che vuoi comunicare, ti porterà ad essere riconoscibile.

Conclusione

In tutto quello che ti ho detto non c’è assolutamente niente di casuale. Il Visual Hammer non è solo il logo di un brand bensì una serie di strategie da mettere in pratica per differenziare il proprio marchio e renderlo unico e memorabile.

Se vuoi saperne di più, sul significato del mio colore vai quì

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